Cura parodontite Cuneo
È incredibile pensare come ancora oggi, mentre praticamente tutti conoscono la carie e sanno che bisogna lavarsi i denti per prevenirla, pochissime persone conoscano la parodontite, nonostante sia la prima causa di perdita dei denti negli adulti.
Purtroppo l’informazione sulla parodontite è praticamente assente e, cosa ancora più grave, molti dentisti non se ne occupano adeguatamente. Il risultato? Migliaia di persone perdono i denti per una malattia che si può prevenire e curare, semplicemente perché nessuno gliel’ha diagnosticata in tempo e nessuno gli ha insegnato a riconoscerne i sintomi!
I dati sono allarmanti: secondo il Ministero della Salute, il 60% degli italiani sopra i 35 anni soffre di una qualche forma di malattia parodontale (www.salute.gov.it), ma la maggior parte non lo sa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la parodontite grave colpisca l’11% della popolazione mondiale, rendendola la sesta malattia più diffusa al mondo (www.who.int).
Eppure, quanti di voi hanno mai sentito il proprio dentista parlare di parodontite o proporre un sondaggio parodontale? Ecco perché ho deciso di scrivere questa guida completa: per darti tutte le informazioni che forse nessuno ti ha mai dato.
Indice dei contenuti
- Cos'è la parodontite
- Differenza tra gengivite e parodontite
- Chi colpisce maggiormente
- Cause principali della parodontite
- Cattiva igiene orale e altre cause comportamentali
- Sintomi e segnali d'allarme
- Conseguenze della parodontite non trattata
- Fasi del trattamento parodontale
- Prevenzione: come evitare la parodontite
- Non aspettare: la parodontite si può curare!
- Prenota una visita
- Domande frequenti sulla cura della parodontite
Cos’è la parodontite
La parodontite è una malattia infiammatoria che colpisce i tessuti di sostegno del dente: gengive, legamento parodontale e osso alveolare. In parole semplici, è un’infezione batterica che distrugge progressivamente le strutture che tengono fermi i denti.
Spesso viene chiamata impropriamente “piorrea”, termine che deriva dal greco e significa “scolo di pus”. Non è un nome molto elegante, vero? Per fortuna oggi sappiamo molto di più su questa malattia e soprattutto sappiamo come curarla efficacemente.
Secondo i dati della Società Italiana di Parodontologia (SIdP), 3 italiani su 4 hanno problemi gengivali (www.sidp.it), ma solo 1 su 4 se ne preoccupa. Questo significa che milioni di persone stanno letteralmente perdendo l’osso che sostiene i denti senza saperlo!
Differenza tra gengivite e parodontite
La gengivite è l’infiammazione delle sole gengive, è reversibile al 100% e non lascia danni permanenti. Le gengive sono rosse, gonfie e sanguinano quando ti lavi i denti, ma l’osso sottostante è ancora intatto. Con una buona igiene orale e qualche seduta dal dentista, tutto torna alla normalità.
La parodontite invece è l’evoluzione della gengivite non curata. L’infezione si approfondisce, forma le cosiddette “tasche parodontali” e inizia a distruggere l’osso. Questa è la differenza fondamentale: nella parodontite c’è perdita ossea (per essere tecnicamente corretti c’è perdita di attacco parodontale), e l’osso perso non ricresce spontaneamente.
Uno degli errori più grandi che fanno alcuni pazienti affetti da gengivite è quello di pensare di avere le gengive delicate. A volte questa assurdità è sostenuta anche da dentisti che non conoscono la parodontite e consigliano ai pazienti di spazzolarsi delicatamente con spazzolini morbidi. Alcuni pazienti con gengivite grave, addirittura non spazzolano più i denti perché appena toccano le gengive queste sanguinano e fanno male. Questa è la scelta più sbagliata che si possa fare, come abbiamo detto la gengivite e la parodontite sono causate dai batteri. Dopo due o tre giorni di igiene orale corretta (un buono spazzolamento nonostante l’infiammazione iniziale) la gengivite scompare!
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La parodontite può colpire chiunque, ma alcuni gruppi sono più a rischio:
- Adulti sopra i 35 anni: l’incidenza aumenta con l’età (colpisce il 47% degli over 30 secondo i CDC americani) (www.cdc.gov)
- Fumatori: hanno un rischio 3 volte superiore
- Diabetici: il 22% dei diabetici sviluppa parodontite grave (www.diabetes.org)
- Chi ha familiarità: esiste una predisposizione genetica
- Donne in gravidanza o menopausa: per i cambiamenti ormonali
Cause principali della parodontite
Fattori di rischio e predisposizione genetica
La causa primaria della parodontite sono alcuni dei batteri presenti all’interno della bocca, ma non tutti sviluppano la malattia allo stesso modo. Perché?
La predisposizione genetica gioca un ruolo importante: alcune persone hanno un sistema immunitario che reagisce in modo eccessivo ai batteri, provocando una distruzione tissutale maggiore. È come se il loro corpo, nel tentativo di difendersi, facesse più danni dei batteri stessi!
Gli studi mostrano che il 30% della popolazione ha una predisposizione genetica alla parodontite (www.ncbi.nlm.nih.gov), indipendentemente dalle abitudini di igiene orale. Queste persone possono sviluppare forme aggressive anche con una buona igiene orale.
Altri fattori di rischio includono il funo, lo stress cronico (abbassa le difese immunitarie del 40%), alcune malattie sistemiche come il diabete, l’assunzione di certi farmaci che riducono la salivazione o di farmaci immunosoppressori come la ciclosporina.
Cattiva igiene orale e altre cause comportamentali
La scarsa igiene orale resta la causa principale: se non rimuovi quotidianamente la placca, questa si trasforma in tartaro in sole 24-72 ore. Il tartaro è una sorta di cassa per i batteri e non può essere rimosso con lo spazzolino.
Per semplificare la predisposizione genetica conta ma la causa scatenate è sempre la placca batterica (o biofilm batterico), quella patina molliccia che ti si forma sui denti dopo qualche ora che non li lavi. L’esempio che facciamo sempre ai nostri pazienti è quello delle persone con la pelle chiara, sono portate a bruciarsi al sole (predisposizione genetica) ma se non si espongono o se mettono la crema protettiva non si bruciano. Allo stesso modo, chi è geneticamente portato per la parodontite ma mantiene una perfetta igiene orale non svilupperà la malattia.
Il fumo è il fattore di rischio modificabile più importante. I fumatori hanno un rischio 5-7 volte maggiore di sviluppare parodontite grave e perdono i denti 2 volte più velocemente (www.cdc.gov). La nicotina riduce l’afflusso di sangue alle gengive, maschera i sintomi iniziali (i fumatori sanguinano meno!) e rallenta la guarigione. Se fumi e hai la parodontite, smettere è la cosa più importante che puoi fare per i tuoi denti. E ricorda che se fumi i segnali di allarme saranno più tardivi perché non noterai la fase iniziale di gengivite ma ti accorgerai del problema quando ormai i denti muovono e stanno per cadere.
Sintomi e segnali d’allarme
Il problema più grande della parodontite è che nelle fasi iniziali è quasi asintomatica. Quando compaiono i sintomi evidenti, spesso il danno è già avanzato. Ecco perché è fondamentale conoscere anche i segnali più sottili.
Come riconoscere i primi sintomi
I primi segnali sono subdoli e spesso sottovalutati:
- Sanguinamento gengivale: anche solo durante lo spazzolamento (colpisce il 50% degli adulti) (www.ada.org)
- Gengive arrossate o violacee: invece del rosa sano
- Alito cattivo persistente: presente nell’85% dei casi di parodontite
- Sapore metallico in bocca: dovuto al sanguinamento
- Gengive gonfie o dolenti: soprattutto al risveglio
Se noti uno o più di questi sintomi, non aspettare! La parodontite nelle fasi iniziali è molto più facile da curare. Gli studi dimostrano che il trattamento precoce ha un tasso di successo molto alto.
Segni clinici avanzati
Quando la malattia progredisce, i sintomi diventano più evidenti e preoccupanti:
- Denti che si muovono: prima solo leggermente, poi sempre di più
- Spazi tra i denti che aumentano: i denti sembrano “aprirsi a ventaglio”
- Gengive che si ritirano: i denti sembrano allungarsi
- Ascessi gengivali ricorrenti: gonfiori dolorosi con pus
- Dolore alla masticazione: i denti mobili fanno male sotto carico
- Perdita spontanea di denti: nei casi più gravi (interessa il 12% degli over 65) (www.istat.it)
Conseguenze della parodontite non trattata
Danni ai denti e all’osso mascellare
Se non curata, la parodontite porta inevitabilmente alla perdita dei denti. I dati sono impietosi: la parodontite è responsabile del 70% delle perdite dentali negli adulti sopra i 40 anni (www.sidp.it).
Ma il processo è graduale: prima si formano tasche sempre più profonde (3-4mm iniziali fino a 10-12mm nei casi gravi), poi i denti iniziano a muoversi e infine cadono o devono essere estratti.
La perdita ossea è progressiva e irreversibile senza trattamento. L’osso che sostiene i denti si riassorbe, rendendo sempre più difficile anche un’eventuale riabilitazione con impianti. Ecco perché è fondamentale intervenire tempestivamente!
Impatto sulla salute generale
La parodontite non è solo un problema della bocca. Studi scientifici hanno dimostrato collegamenti con malattie cardiache (aumento del rischio di infarto e fibrillazione atriale), diabete (peggiora il controllo glicemico), parti prematuri, malattie respiratorie, artrite reumatoide.
Le evidenze scientifiche sono impressionanti:
- Rischio cardiovascolare: aumenta nei pazienti con parodontite (www.heart.org)
- Diabete: la parodontite peggiora il controllo glicemico e viceversa (www.diabetes.org)
- Parti prematuri: rischio aumentato di 7 volte nelle donne con parodontite grave (www.ncbi.nlm.nih.gov)
- Alzheimer: recenti studi mostrano correlazioni preoccupanti (www.alz.org)
I batteri della bocca possono entrare nel circolo sanguigno e causare infiammazioni in altri distretti del corpo. Curare la parodontite significa quindi proteggere non solo i denti ma la salute generale!
Diagnosi: come viene individuata
Qui sta il problema: molti dentisti si limitano a guardare se ci sono carie, senza fare una vera diagnosi parodontale. Eppure basterebbero 10 minuti in più per salvare i denti di migliaia di persone!
Visita dal parodontologo
Nella nostra Clinica seguiamo un approccio basato sull’evidenza scientifica applicato da medici esperti nel trattamento della parodontite guidati dal dott. Tirone che valuta personalmente tutti i casi.
La diagnosi inizia con un’accurata raccolta della storia clinica: da quanto sanguinano le gengive? Ci sono casi in famiglia? Fumi? Hai malattie sistemiche?
L’esame clinico prevede l’ispezione di ogni dente, la valutazione del sanguinamento, della mobilità e soprattutto il sondaggio parodontale – l’esame che troppi dentisti “dimenticano” di fare.
Esami diagnostici e tecnologie usate
Verranno accuratamente misurate tutte le tasche su ogni dente con una procedura che si chiama sondaggio parodontale e si eseguiranno una serie di piccole radiografie a tutti i denti (la panoramica infatti è assolutamente inadeguata per questo tipo di diagnosi).
Il sondaggio parodontale viene eseguito con una sonda millimetrata che misura la profondità delle tasche: fino a 3mm è normale, 4-5mm indica parodontite iniziale, oltre 6mm è parodontite grave (www.sidp.it). Le radiografie endorali mostrano il livello osseo attorno a ogni dente con precisione millimetrica.
Fasi del trattamento parodontale
Terapia parodontale non chirurgica (o causale)
Se si riscontra effettivamente una parodontite, la prima fase di cura consiste in quella che viene definita terapia parodontale non chirurgica. Questa procedura comprende una pulizia molto approfondita anche sottogengivale, chiamata levigatura radicolare, che viene eseguita con l’anestesia in modo che il paziente non senta nulla.
La levigatura radicolare rimuove tartaro e batteri dalle radici dei denti fin dentro le tasche. È più profonda di una normale pulizia e richiede spesso 2-4 sedute. Gli studi mostrano che questa terapia da sola può ridurre le tasche di 2-3mm nel 75% dei casi (www.ncbi.nlm.nih.gov).
Utilizziamo strumenti ultrasonici di ultima generazione e curette manuali per un risultato ottimale.
Terapia antibiotica
Gli antibiotici sistemici (compresse) non vengono usati di routine, ma riservati a casi selezionati, secondo le linee guida SIdP (www.sidp.it):
- Parodontiti generalizzate in stadio III o IV con rapida progressione, soprattutto in pazienti giovani;
- Presenza di tasche profonde diffuse o difetti complessi;
- Immunodepressione, ascessi multipli o coinvolgimento sistemico.
È fondamentale sapere che gli antibiotici funzionano solo dopo la rimozione meccanica del biofilm batterico. Per questo motivo, vengono prescritti solo dopo la terapia causale (detartrasi profonda e levigatura radicolare), e mai prima.
L’associazione più comune e validata è amoxicillina + metronidazolo, per 7 giorni, ma solo su indicazione clinica precisa. L’uso indiscriminato è sconsigliato per evitare effetti collaterali e sviluppo di resistenze.
Trattamenti laser e chirurgici
Dopo questa prima fase terapeutica la situazione migliora moltissimo ma a volte restano delle tasche ancora troppo profonde che devono essere eliminate con quella che viene chiamata terapia parodontale chirurgica. Con piccoli interventi di microchirurgia vengono eliminate le infezioni residue.
Per quanto riguarda il laser, le attuali linee guida della Società Italiana di Parodontologia (SIdP) specificano che, nonostante l’interesse crescente, l’uso del laser non ha mostrato benefici clinici significativi superiori rispetto alla strumentazione meccanica tradizionale (www.sidp.it). Per questo motivo, non è raccomandato il suo utilizzo routinario nella cura della parodontite, se non in casi selezionati o come supporto complementare in assenza di alternative.
Oggi grazie alla semplificazione delle procedure e grazie alla sedazione cosciente, attuabile in centri come il nostro, tutti gli interventi necessari possono addirittura essere eseguiti tutti insieme per rendere al paziente le cose più semplici.
Terapia di mantenimento
Con questa espressione si indica la fase forse più importante del processo terapeutico e cioè il mantenimento negli anni dei risultati ottenuti durante la terapia attiva. Se hai avuto la parodontite rimarrai infatti un soggetto predisposto e l’attenzione deve rimanere massima. I due aspetti più importanti sono:
Mantenere tecniche corrette di igiene orale quotidiana
L’igienista deve occuparsi della parte forse più importante della terapia: insegnarti a pulire in maniera efficace e motivarti a continuare a farlo.
I dati parlano chiaro: solo il 23% degli italiani usa il filo interdentale regolarmente (www.istat.it), eppure è fondamentale! Lo spazzolamento rimuove solo il 60% della placca, il resto si nasconde tra i denti.
Lo spazzolamento deve durare almeno 2 minuti, con movimenti dalla gengiva verso il dente. Lo spazzolino elettrico è spesso più efficace (riduce la placca del 21% in più) (www.ada.org). Il filo interdentale o gli scovolini sono indispensabili per pulire dove lo spazzolino non arriva.
I collutori alla clorexidina riducono la placca del 30-50% ma non vanno usati a lungo termine (massimo 2 settimane).
L’idropulsore è un ottimo complemento ma non sostituisce filo e scovolini. I dentifrici specifici per gengive sensibili possono aiutare nella fase iniziale.
Le nostre 9 igieniste dedicano tutto il tempo necessario per insegnarti la tecnica perfetta per il tuo caso specifico.
Sottoporsi a controlli regolari dall’igienista e dal parodontologo
È fondamentale venire regolarmente in Clinica per i controlli periodici e per le sedute di igiene professionale.
In questa occasione l’igienista rimuoverà il tartaro che si è accumulato nel frattempo, smacchierà i denti, rimuoverà la placca e ti spiegherà come migliorare a casa con lo spazzolino.
L’intervallo tra un controllo e l’altro dipende la tuo profilo di rischio. Per semplificare, se la tua parodontite era lieve ci potremo vedere ogni sei mesi ma se la parodontite era brutta brutta, saranno necessari controlli più frequenti.
Smettere di recarsi i controllo dopo aver ottenuto buoni risultati con la terapia è come buttare via tutto lo sforzo fatto
Richiedici informazioni, chiama ora! Tel. 0171 619210Prevenzione: come evitare la parodontite
Visite periodiche e igiene dentale regolare
La prevenzione è la chiave! I dati mostrano che chi fa sedute di igiene regolari ha l’86% di probabilità in meno di sviluppare parodontite grave (www.ncbi.nlm.nih.gov).
Quando abbiamo inaugurato la Clinica di Cuneo nel 2011 eravamo solo 4 dentisti; oggi siamo 10 dentisti e 9 igienisti, tutti impiegati a tempo pieno. Questo numero eccezionale di igieniste (il rapporto medio in Italia è 1 igienista ogni 4 dentisti!) dimostra quanto crediamo nella prevenzione!
Alimentazione, fumo e altri fattori da evitare
Un’alimentazione ricca di vitamina C e antiossidanti aiuta le gengive. Gli eccessi di zuccheri, al contrario, nutrono i batteri.
Il fumo è il nemico numero uno: i fumatori perdono i denti 10 anni prima dei non fumatori (www.cdc.gov). Se fumi, questo è il momento giusto per smettere!
Lo stress cronico va gestito perché abbassa le difese immunitarie e diabete deve essere ben controllato (HbA1c sotto 7%).
Non aspettare: la parodontite si può curare!
Ora sai tutto sulla parodontite e sulla sua cura. I numeri parlano chiaro: il 60% degli italiani ne soffre ma pochi lo sanno. Non lasciare che la mancanza di informazione ti costi i denti!
C’è però una bella notizia! Affidandosi ad un parodontologo esperto la parodontite si può curare e, anche se ancora in pochi la conoscono, è la branca dell’odontoiatria sulla quale c’è più scienza e della quale gli esperti sanno di più in assoluto.
La differenza tra salvare i tuoi denti o perderli sta in una semplice visita di controllo. Non rimandare!
Prenota una visita
Prenota una visita presso la nostra clinica di Cuneo o presso un nostro Dental Point di Mondovì, Saluzzo o Bra
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Cuneo
Contatti e orari Sede studio dentistico a
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Contatti e orari Sede studio dentistico a
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Contatti e orari Domande frequenti sulla cura della parodontite
Che cos’è esattamente la parodontite?
È un’infezione batterica che distrugge i tessuti di sostegno dei denti: gengive, legamento e osso. Se non curata porta alla perdita dei denti. Colpisce il 60% degli italiani sopra i 35 anni (www.salute.gov.it).
Qual è la differenza tra gengivite e parodontite?
La gengivite è l’infiammazione reversibile delle sole gengive. La parodontite comporta perdita ossea irreversibile ed è più grave. Il 70% delle gengiviti non curate evolve in parodontite.
Quali sono i sintomi iniziali della parodontite?
Sanguinamento gengivale, gengive rosse o gonfie, alito cattivo persistente, sensibilità al caldo/freddo. Purtroppo il 50% dei casi iniziali è asintomatico!
La parodontite può guarire completamente?
Affidandosi ad un parodontologo esperto la parodontite si può curare. L’infezione si può eliminare ma l’osso perso non ricresce spontaneamente. È comunque possibile rigenerarlo con tecniche microchirurgiche avanzate. Il successo terapeutico è del 95% se presa in tempo (www.sidp.it).
Quanto tempo ci vuole per curare la parodontite?
La fase attiva di trattamento dura 2-3 mesi. Poi servono controlli periodici per tutta la vita per mantenere i risultati. L’80% dei pazienti risponde bene alla terapia non chirurgica (www.ncbi.nlm.nih.gov).
La parodontite è contagiosa?
I batteri possono trasmettersi con la saliva, ma serve predisposizione per sviluppare la malattia. Non è contagiosa come un raffreddore.
Che tipo di dentista si occupa della parodontite?
Il parodontologo è lo specialista. Alla Clinica Salzano-Tirone di Cuneo abbiamo un team dedicato guidato dal Dr. Tirone con protocolli validati su migliaia di pazienti.
Quanto costa curare la parodontite?
Dipende dalla gravità. Una terapia non chirurgica costa indicativamente 800-1500€. Con la chirurgia si può arrivare a 2500-4000€. Costa meno che perdere i denti!
La parodontite può causare la perdita dei denti?
Sì, è la prima causa di perdita dentale negli adulti (70% dei casi) (www.sidp.it). Ma IN BUONA PARTE DEI CASI, I DENTI POSSONO ESSERE PRESERVATI se curata in tempo.
Come posso prevenire la parodontite?
Igiene orale scrupolosa (2 minuti di spazzolamento + filo), controlli regolari ogni 6 mesi, non fumare, controllare il diabete, gestire lo stress. La prevenzione riduce il rischio dell’86% (www.ncbi.nlm.nih.gov)!
I trattamenti per la parodontite sono dolorosi?
No! Usiamo sempre l’anestesia. Con la sedazione cosciente disponibile nella nostra Clinica di Cuneo anche i più ansiosi affrontano serenamente le cure. Il 90% dei pazienti riferisce minimo o nessun dolore.
Esistono rimedi naturali efficaci contro la parodontite?
I rimedi naturali non possono in alcun modo sostituire la terapia della parodontite per il semplice fatto che la terapia non è farmacologica ma è fondamentalmente “meccanica” e consiste nella rimozione non chirurgica o chirurgica della placca e del tartaro sopra e sotto le gengive .
Il fumo influisce sulla parodontite?
Enormemente! I fumatori hanno rischio 5-7 volte maggiore e guariscono 50% peggio (www.cdc.gov). Smettere è fondamentale: chi smette recupera il rischio dei non fumatori in 10 anni.
Devo seguire una dieta particolare durante la cura?
Evita cibi duri nella fase acuta. Privilegia frutta e verdura ricche di vitamine (la vitamina C riduce il sanguinamento del 30%). Limita zuccheri e cibi acidi.
Quali prodotti per l’igiene orale sono più efficaci?
Spazzolino medio o elettrico (21% più efficace), dentifricio con fluoro, filo interdentale o scovolini, collutorio senza alcol. Le nostre igieniste ti consiglieranno i migliori per te.
E se i denti non si possono salvare?
In questi casi, grazie al nostro protocollo DENTI FISSI IN 5 ORE, la maggior parte dei pazienti potranno comunque riavere i propri denti fissi grazie agli impianti dentali a carico immediato lo stesso giorno in cui i denti malati vengono estratti.
Ma attenzione: prima di inserire gli impianti si dovrà procedere con una corretta terapia della parodontite. Gli impianti in bocca con parodontite attiva hanno un tasso di fallimento 3 volte superiore!