Lo sapevi che se perdi un dente è un problema?

Lo sapevi che se perdi un dente è un problema?

C’è una cosa che mi sorprende sempre quando visito per la prima volta un paziente.

Prima di ogni visita viene compilata un’anamnesi, che è un nome difficile per indicare una serie di domande sullo stato di salute del paziente. Una delle domande che facciamo riguarda il motivo della visita, che spesso è “controllo e pulizia”.

Non appena mi sono presentato e ho letto l’anamnesi, la prima cosa che dico al paziente è:

“ok, ha scritto che è venuto per un controllino e una seduta di igiene. Quindi non ha sospetti o dolori particolari? Sembra tutto a posto?”

E spesso la risposta è:

“sì, era un po’ che non andavo dal dentista…volevo fare un po’ di pulizia”

Allora chedo:

“e in passato  ha avuto grossi problemi o ha una di quelle bocche che hanno avuto bisogno di poche cure?”

E spesso come risposta ottengo che c’è stato qualche intervento in gioventù ma poi negli ultimi anni le cose si sono assestate oppure che è  stato curato qualche dente ma poi non ci sono più stati grossi problemi.

Ok. Perfetto.

Allora chiedo di aprire la bocca per iniziare la visita e in moltissimi casi vedo che mancano alcuni denti che, dopo l’estrazione, non sono più stati sostituiti.😳

E rimango sempre di stucco quando alla mia affermazione “ah, ma mancano dei denti…”, il paziente mi guarda come per dire “e allora?”.

Ma, mi chiedo io, se ti avessero tolto un rene, o un dito del piede o della mano, o avessi perso un occhio, non lo segnaleresti come un problema?

 

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E anche se ti  fossi abituato alla mancanza di un organo, se ti dicessero che c’è la possibilità di  intervenire posizionando una protesi che in molti casi può ripristinare la funzione e l’estetica dell’organo perso, la cosa non ti interesserebbe?

Invece vedo che per i pazienti spesso la mancanza di un dente non è un problema.

Ma ti svelo tre verità.

 

La prima verità va a favore del non riabilitare i denti mancanti, ed è che effettivamente non morirai per la mancanza di un dente e sicuramente riuscirai ad abituarti a stare senza, visto che qualche volta visito anche pazienti che sono completamente senza denti e mi dicono che riescono a mangiare lo stesso.

La seconda verità è che quando togli un dente insorgono una serie di assestamenti che possono comportare danni al resto della bocca:

  • innanzitutto possono svilupparsi delle modifiche dell’occlusione perché i denti che restano si spostano nei buchi lasciati vuoti.
  • I denti restanti possono poi rovinarsi e consumarsi più velocemente , perchè devono lavorare di più di quello per cui erano progettati
  • possono poi comparire carie tra un dente e l’altro sui denti vicini perché spostandosi si creano degli spazi vuoti tra un dente e l’altro dove si accumula il cibo.
  • si può arrivare in ultimo alla perdita di altri denti per i movimenti eccessivi che compiono per compensare il vuoto che si è formato o per l’eccessivo sforzo che devono sopportare Questo può portare un dente a “scavare” l’osso causando una mobilità eccessiva e irreversibile.

La terza verità è che i denti, se sono stati messi in bocca da madre natura in un certo numero e con certe forme a qualcosa serviranno.  Ma se quasi tutti si preoccupano dei denti frontali per non compromettere l’estetica, pochi si preoccupano della compromissione masticatoria che genera la perdita dei denti posteriori, con conseguenze possibili sulla digestione, sull’articolazione della mandibola e addirittura sull’orecchio o sulla postura.

Inoltre i più ignorano che se un dente non viene rimesso appena i tempi biologici di guarigione dopo una estrazione lo permettono (anche se talvolta un dente può addirittura essere rimpiazzato il giorno dell’estrazione) la sostituzione nella stragrande maggioranza dei casi diventa sempre più difficile e deve accettare alcuni compromessi.

E allora come possiamo sostituire i denti mancanti?

Se in passato le soluzioni più gettonate erano i ponti fissi, ottenuti rimpicciolendo i denti sani davanti e dietro a uno spazio vuoto, o le protesi mobili, ad oggi la soluzione preferibile è una sola:

uno o più impianti in titanio osteointegrati.

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Se non sai di cosa parlo, si tratta di viti che vengono usate per sostituire le radici dei denti estratti, su cui vengono poi avvitati denti in ceramica che ripristinano la funzione e l’estetica dei denti persi.

Spesso i pazienti storcono il naso quando sentono “vite nell’osso”, oppure mi dicono “sì, ma mi hanno detto che io non posso, perché non ho osso”.

E qua voglio essere rapido e  deciso nello sfatare i luoghi comuni sugli impianti.

 

Mettere un impianto non fa male. Punto.

 

E’ inutile che ti spieghi il perché e il per come. Fidati. Non si sente assolutamente nulla e nei casi in cui c’è anche tanto osso il tempo per mettere un impianto con tutti i crismi non arriva a dieci minuti nelle mani del mio socio Federico.

E spesso non si gonfia dopo e non si ha alcun livido. Di sicuro non si ha praticamente mai un male  che non sia pienamente controllabile con un antidolorifico. A volte non serve nemmeno questo.

Altro luogo comune è che se non c’è osso l’impianto non si può mettere. Un mio amico dentista, Alberto, un ottimo chirurgo, di recente sta promuovendo una campagna informativa per i suoi pazienti in cui dice “se hai la faccia si può fare!”. Chiedo  scusa  ad  Alberto ma questa gliela devo proprio rubare perché è fantastica! 😂

Salvo alcune problematiche di salute generale, gli impianti potrai metterli praticamente sempre.

Se non c’è l’osso lo ricostruiamo. No problem.

Terzo e ultimo luogo comune è che se non c’è osso però le cose si fanno troppo complicate. Invece no.

Nelle mani di un bravo chirurgo la ricostruzione dell’osso perso è un intervento di routine e per nulla complicato.

Non perché non sia più complesso di un impianto semplice, ma perché è il suo lavoro e sono questi i casi in cui si appassiona di più e dà il proprio meglio. E per il paziente, anche grazie all’aiuto della sedazione cosciente di cui abbiamo parlato in altri articoli, questi interventi sono molto più semplici da sopportare rispetto ad una volta. In ogni caso la maggior parte delle rigenerazioni ossee o dei volumi gengivali, nelle mani del mio socio, allungano l’intervento di una ventina di minuti.

In pratica risulta quasi sempre più lungo devitalizzare un dente o fare una otturazione un po’ complessa.

Eppure il paziente se la fa sempre sotto per l’impianto.

Però dopo l’intervento ammette sempre che pensava molto peggio e che non ha avuto male.

 

Quindi rimane solo un problema da affrontare. Il prezzo.

Purtroppo l’implantologia ha del prezzi molto elevati soprattutto se eseguita con eccellenza. Ci sono molti modi per abbassare i prezzi:

 

  • utilizzare impianti di marca “scadente” e non certificati
  • utilizzare materiali di vecchia concezione o di scarsa qualità per eseguire la parte protesica
  • risparmiare sui protocolli chirurgici e sul materiale sterile mettendo a rischio la sicurezza del paziente
  • non lavorare con il giusto numero di persone che ti aiutano (considera che certi interventi non sono fattibili se non con un numero adeguato di assistenti) risparmiando sul personale

 

Tutto questo ovviamente porta a un risultato: SCARSA QUALITA’

E se questo è accettabile quando bevi un vino, che potrà magari avere un gusto meno piacevole, non è accettabile quando si parla di chirurgia e di sicurezza del paziente.

Ecco perché ti sconsiglio di basare le tue decisioni sul prezzo quando si parla di impianti. Basa le tue decisioni sull’esperienza del chirurgo e sulla qualità della struttura in cui opera!

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Stefano

 

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